Contratto di Lago e depuratore: se ne è parlato in Comunità del Garda

Contratto di Lago e depuratore. La stesura definitiva del primo tra un mese a Peschiera, per il depuratore è ora di concretizzare.

Contratto di Lago e depuratore: se ne è parlato in Comunità del Garda
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Contratto di Lago e depuratore, sono stati questi i temi centrali dell'incontro di oggi (lunedì 24 giugno) nella sede della Comunità del Garda, Villa Mirabella a Gardone Riviera dove sono stati convocati tutti i sindaci dei comuni gardesani delle tre province.

Contratto di lago

Tutti i sindaci delle comunità gardesane delle tre province si sono dati appuntamento, tra un mese a Peschiera, per condividere e sottoscrivere il testo definitivo del nuovo «Contratto di Lago». L’incontro che di questo pomeriggio a Gardone Riviera, è stato l’occasione per discutere sui contenuti e per un confronto tra i sindaci di tutti Comuni che si affacciano sul Garda.

A presiedere l’incontro Maria Stella Gelmini, presidente della Comunità del Garda con il segretario generale Pierlucio Ceresa, affiancata da Giovanni Peretti presidente di ATS e da Angelo Cresco presidente di Azienda Gardesana Servizi.

Per la sponda veronese erano presenti i primi cittadini, o i loro delegati, dei Comuni di Bardolino, Brenzone, Castelnuovo del Garda, Lazise, Garda, Malcesine, Peschiera del Garda e Torri del Benaco.

Erano presenti inoltre, il presidente di Garda Uno Mario Bocchio, il presidente di Garda Lombardia Luigi Alberti, il presidente di Garda Trentino Spa Marco Benedetti e Marcello Moretti, in rappresentanza di AIPo:

«Durante l’incontro  abbiamo illustrato la nostra proposta di "Contratto di Lago" invitando ogni sindaco a dare il proprio contributo e avanzare proposte per arrivare a una stesura condivisa e definitiva del testo che vogliamo sottoscrivere, tra un mese, a Peschiera. Quello sarà il "Contratto" definitivo che andremo a presentare alle Regioni, alle Province e a tutti i portatori di interesse presenti sul Garda» ha spiegato il presidente Cresco.

Azienda Gardesana Servizi, assieme ai sindaci della sponda veronese, sono stati i primi ad individuare lo strumento del Contratto di Lago come quello più adeguato per risolvere le criticità di gestione del Garda. La proposta è stata condivisa con la Comunità del Garda e con i sindaci di tutte le province che si affacciano sul lago.

Contratti di Fiume e di Lago: cosa sono?

I Contratti di Fiume, così come i Contratti di Lago sono un utile strumento per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento, per l'utilizzo sostenibile delle acque, per la protezione ambientale e degli ecosistemi acquatici e per la riduzione del rischio di alluvioni e della siccità.

Nel caso particolare, il Contratto vuole che le comunità locali e i sindaci siano partecipi di decisione vitali per il Garda tra cui c’è la gestione della galleria Mori – Torbole, il sistema di collettamento del reflui, la definizione dei livelli, l’utilizzo delle acque del lago, l’analisi e il monitoraggio del Garda e dei suoi affluenti, la proposta di sanificazione delle carene delle barche che provengono da altri bacini:

«Su questi punti  l’assemblea ha approvato all’unanimità un ordine del giorno nel quale supporta la decisione di Ato Bresciano per la scelta di realizzare i depuratori a Gavardo e Montichiari. Poi, sul tema dello scolmatore Mori – Torbole, abbiamo condiviso il fatto che all’incontro con il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti parteciperà una delegazione formata da sindaci veronesi e bresciani» ha precisato il presidente Cresco.

Per quanto riguarda l’obiettivo da perseguire, Cresco è stato chiaro:

«Vogliamo essere partecipi e decisivi sul futuro economico, ambientale e sociale del lago di Garda. Solo se i Comuni sapranno essere uniti riusciremo in questo intento. Ovviamente, diciamo basta alla concezione, da anni ’60, per cui il lago è un bacino idrico artificiale da sfruttare a piacimento».

La presidente Gelmini sulla questione del depuratore non ha dubbi:

«Serve un convincimento forte da parte vostra - ha detto rivolgendosi ai sindaci - il rischio, se non si procede concretamente, è quello di perdere le risorse ottenute oltre a quello accertato della rottura della sublacquale».

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