Caso Medtronic: ieri le audizioni in merito alla situazione aziendale

Continua la lotta contro la decisione della multinazionale di delocalizzare gli impianti.

Caso Medtronic: ieri le audizioni in merito alla situazione aziendale
Pubblicato:
Aggiornato:

Ieri in IV commissione Attività Produttive si sono svolte audizioni in merito alla situazione aziendale della Invatec spa di Roncadelle e Torbole Casaglia con la proprietà, i sindacati e i rappresentanti degli enti locali interessati. Presenti all'incontro anche i consiglieri regionali Ferdinando Alberti (M5S) e Federica Epis (Lega).

Caso Medtronic

Sono passati quasi due mesi dall'annuncio della Multinazionale Medtronic, che ha messo in pericolo i posti di lavoro di oltre 300 lavoratori. Da lì è partita una lotta a colpi di presidi, scioperi e incontri anche con i vertici ministeriali. La scorsa settimana i dipendenti dell'azienda hanno deciso di rientrare al lavoro, ma la questione è tutt'altro che chiusa. Ieri si è tenuto l'ultimo di una serie di incontri per cercare di trovare una strada, che per ora ha portato al congelamento dei licenziamenti e alla possibilità di reindustrializzare i due stabilimenti.

Lavoreremo per reindustrializzare: il commento del consigliere Epis

"Invatec è una realtà fondamentale per il territorio poiché da lavoro a personale altamente specializzato: sono persone che credevano di poter contare su un posto di lavoro stabile e negli anni hanno pianificato la vita delle proprie famiglie, accendendo il mutuo per la casa o per pagare gli studi dei figli”. Così Federica Epis, consigliere bresciano del Carroccio in regione Lombardia, commenta l'audizione. “L’azienda ha annunciato che metterà a disposizione importanti somme di denaro per la reindustrializzazione degli stabilimenti di Roncadelle e Torbole Casaglia” ha continuato l’esponente leghista. "La struttura della Regione si è già attivata, lavoreremo per rimuovere ogni ostacolo burocratico e amministrativo al fine di proseguire e concludere positivamente questo percorso che dovrà consentire sia di ricollocare i dipendenti che di mantenere il volume economico del territorio”. La situazione va tenuta sotto controllo ed è proprio quello che la Regione si impegnerà a fare. “Non possiamo permetterci di perdere le preziose maestranze di oltre 300 lavoratori, quasi tutte donne, che sono una risorsa per Brescia e per l’intera Lombardia, quindi mentre a Roma il governo lega-pentastellato lavora a un progetto di legge per regolamentare il trasferimento all’estero delle aziende”, ha concluso Epis. "In Lombardia monitoriamo da vicino una situazione ad alto rischio, ma che tutti ci auguriamo possa diventare un esempio di buone pratiche per il futuro".

Il commento di Alberti

Più dura la posizione del Movimento 5 stelle. "Nel corso dell'audizione l'azienda non ha fornito motivazioni convincenti a supporto della decisione della multinazionale proprietaria (Medtronic) di procedere alla chiusura totale dei due impianti bresciani", ha commentato il consigliere Alberti. "Alla nostra domanda infatti la risposta è stata vaga e superficiale. E' doveroso ricordare che un anno fa l'accordo sindacale prevedeva un esubero di 114 persone da ricollocare con spese in capo in parte alla società e in parte alla provincia di Brescia a fronte di un impegno dell'azienda a potenziare e mantenere i due stabilimenti a Brescia. Ad oggi di quelle 114 persone ne sono state ricollocate a tempo indeterminato solo tre e a tempo determinato solo 15 quindi possiamo dire che fino a questo momento il piano di ricollocamento previsto è stato un fallimento e come se non bastasse la società il 7 giugno scorso ha chiesto la chiusura totale degli impianti entro il settembre 2020."

"La situazione ci inquieta e ci rammarica in quanto nonostante le promesse della società di apertura e confronto, nei fatti si dimostra ancora chiusa, oscura e poco trasparente - ha continuato Alberti - Rimane anomalo il fatto che un'azienda italiana, l’ennesima, sia stata acquisita da una multinazionale ad un costo doppio rispetto al suo valore di mercato e che nemmeno un anno dopo l'azienda stessa abbia avviato una procedura di riorganizzazione e licenziamento del personale. Ci pare di capire che l'obiettivo della società multinazionale non era quella di acquisire e di mantenere le attività in Italia ma era quella di acquisire brevetti in modo tale da poterli valorizzare su altri stabilimenti come quello in Messico oppure, peggio ancora, di distruggere la concorrenza e impedire che altre aziende potessero entrare in possesso di quei brevetti".

Un danno al settore produttivo

E' indiscutibile che la perdita di quei posti di lavoro e di quegli stabilimenti è un danno incommensurabile per tutto il settore produttivo bresciano, lombardo e nazionale. Alberti ha poi concluso: "Unica nota positiva è l'apertura del tavolo a livello nazionale portata avanti dal ministro Luigi Di Maio nel quale e grazie al quale potrà essere raggiunto un accordo per il mantenimento sia dei livelli occupazionali che ovviamente degli impianti sul territorio bresciano; ogni mezzo deve
essere utilizzato affinché ciò avvenga e che finalmente la politica sappia contrastare le scelte devastanti della grandi multinazionali".

Seguici sui nostri canali