Qualità dell'aria, anche per Legambiente Brescia maglia nera

Ogni anno in Europa sono oltre 422mila le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico.

Qualità dell'aria, anche per Legambiente Brescia maglia nera
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Anche per il dossier Legambiente, Mal'aria, Brescia si conferma la città peggiore della Lombardia, con 150 giorni di superamento dei limiti (47 per il Pm10 e 103 per l’ozono).

Brescia era stata protagonista, in negativo, anche dei dati diffusi dall'Ispra secondo il quale Brescia è la città più inquinata d'Italia nel 2018; a dicembre il sindaco della città, Emilio del Bono, aveva affermato che i dati non erano attendibili. Ora arriva questo nuovo dossier che mette di nuovo sotto la lente d'ingrandimento Brescia.

Un anno da codice rosso per la qualità dell’aria

E’ stato, insomma, un anno da codice rosso per la qualità dell’aria il 2018. La città che lo scorso anno ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge è Brescia con 150 giorni (47 per il Pm10 e 103 per l’ozono), seguita da Lodi con 149 (78 per il Pm10 e 71 per l’ozono). Poi c’è Monza che con i suoi 140 giorni di sforamento è tra le prime in classifica. Seguono Milano (135), Bergamo e Cremona (127).

Pm10 oltre il limite

Analizzando le classifiche stilate dall’associazione, si evince come l’intero bacino padano resti soffocato dalla morsa dello smog. Per quanto riguarda i valori di Pm10 Lodi (centralina Vignati) guida la classifica delle città lombarde che hanno oltrepassato il limite quotidiano fis­sato per legge a 50 μg/mc, come media giornaliera, da non superare per più di 35 giorni l’anno (vd. tabella 2), con 78 giorni, seguita da Milano (Marche) con 74.

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Nei mesi estivi la situazione non migliora

Nemmeno i mesi estivi, meno colpiti dalle concentrazioni delle polveri, hanno mostrato segnali positivi.

L’ozono troposferico, un inquinante secondario che si forma per reazioni fotochimiche a partire da inquinanti precursori quali gli Ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (VOC), spesso sottovalutato perché si forma nelle zone rurali – è stato rilevato in quantità sopra la norma in diversi capoluoghi di provincia.  In particolare i capoluoghi di provincia che hanno superato il limite di 25 giorni con una media mobile sulle otto ore superiore a 120 microgrammi per metro cubo vedono Brescia tra le città peggiori per questo inquinante con 103 giorni, seguite da Monza (89), Lecco (88), Bergamo (85), Varese (78). Un quadro preoccupante che per Legambiente indica l’urgenza di pianificare misure strutturali capaci di abbattere drasticamente le concentrazioni di inquinamento presenti e di riportare l’aria a livelli qualitativamente accettabili.

Necessario ripensare le città

«Le misure di limitazione delle emissioni devono diventare una priorità politica e amministrativa – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Nonostante l’esistenza dell’Accordo di programma per il miglioramento della qualità dell’aria del bacino padano, infatti, tuttora si continua a procedere per deroghe. Oggi la sfida per Regione Lombardia deve essere quella di ridurre il tasso di motorizzazione e di fare della mobilità sostenibile il motore del cambiamento. È necessario ripensare le città per le persone, non per le auto, con regolamenti che disincentivino l’uso delle automobili, incentivando davvero la mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico locale, urbano e pendolare e prevedendo reti ciclabili che attraversino nelle diverse direttrici i centri urbani”.

Le morti in Europa per inquinamento atmosferico

Ogni anno in Europa, stando ai dati dell’Agenzia Europea per l’ambiente, sono oltre 422mila le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico e l’Italia si colloca tra i paesi europei peggiori, con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60.600 nel solo 2015, di cui 20.500 riconducibili al Biossido di Azoto, mentre 3.200 sono legate ad alte concentrazioni di Ozono (O3).

«Anche i cittadini, da parte loro, possono fare molto – conclude Barbara Meggetto – ripensando il proprio stile di vita in una chiave più ecofriendly, scegliendo una mobilità dolce e privilegiando lo sharing dei veicoli e riqualificando le proprie case per migliorarne l’isolamento termico e abbattere le emissioni».

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