«L’aeroporto di Montichiari è una grande risorsa»

«L’aeroporto di Montichiari è una grande risorsa»
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Era il 13 ottobre 2014 quando Daniele Molgora lasciava l’incarico di presidente della Provincia di Brescia per essere sostituito dall’uomo che è tuttora in carica e che abbiamo intervistato questa settimana. Si tratta di Pier Luigi Mottinelli, perito industriale di professione, che da due anni e mezzo a questa parte guida la nostra Provincia: oltre a tracciare un bilancio di questo primo periodo di presidenza, Mottinelli ci ha raccontato i suoi obiettivi, i suoi crucci, le sue opinioni riguardo i temi di grande attualità politica, con un occhio particolare alle questioni monteclarensi. Dal passato al futuro senza perdere mai di vista ciò che più sta a cuore ai nostri lettori e al presidente stesso, ovvero la voglia di far tornare a splendere la «Leonessa d’Italia».

Presidente, che Provincia ha ereditato il 13 ottobre 2014 quando è stato eletto per la carica che tutt’oggi ricopre?
«La situazione era davvero critica: prima di noi c’era stata una gestione quasi commissariale a livello provinciale. Abbiamo dato atto a Daniele Molgora di aver intrapreso una politica prudente, anche se avremmo preferito un piano un po’ più ambizioso perché siamo comunque la quinta Provincia d’Italia per dimensioni e questo comporta delle responsabilità. In più, nel 2010, eravamo uno dei capoluoghi più indebitati d’Italia con 500 milioni di euro di debito. Da questo punto di vista negli anni successivi, e nei miei due anni e mezzo di presidenza, c’è stato un abbassamento di questa quota che ora è sotto i 400 milioni di euro: si tratta di un grande traguardo considerando che è stato raggiunto nonostante la Legge Delrio e nel rispetto del patto di stabilità del governo».

Per i meno avvezzi alla politica, quali sono state le difficoltà incontrate dopo la riforma di Graziano Delrio, attualmente Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Gentiloni, approvata in via definitiva nell’aprile del 2014?
«Detto in poche parole il personale in dotazione alla Provincia è stato ridotto, ma il lavoro richiesto è rimasto lo stesso poiché le nuove giunte provinciali sono formate da sindaci, assessori e consiglieri dei Comuni che svolgono pertanto più di un ruolo. Capisce bene che è praticamente impossibile non andare in affanno anche perché in aggiunta sono arrivati i tagli dei fondi del patto di stabilità che ci hanno costretti ad ulteriori sforzi per riuscire a reggere l’urto e a non far pesare ai cittadini la situazione. Per questi motivi ieri, a Roma, c’è stata la protesta di tutte le Province proprio per perorare la nostra causa: senza risorse e senza personale non possiamo svolgere il nostro servizio per il territorio. Non siamo soddisfatti e speriamo che il nostro grido non cada nel vuoto».

Lasciamo un attimo da parte la politica nazionale per indirizzarci più verso i nostri Comuni. Per quanto riguarda Montichiari ad esempio come procede la questione aeroporto?
«La linea aeroportuale è da sempre un mio pallino in quanto penso che possa far fare un notevole salto di qualità a Montichiari e, di conseguenza, a Brescia. Lo sviluppo dell’aeroporto monteclarense “Gabriele D’Annunzio” rappresenta un’opportunità imperdibile per il nostro sistema, data la saturazione degli scali di Linate e Bergamo. E’ uno dei 38 aeroporti strategici a livello nazionale e il nostro sforzo per mettere insieme le Amministrazioni locali e le parti sociali è stato quotidiano. L’upgrade che avevamo in mente per l’infrastruttura riguardava principalmente lo sviluppo logistico con linee passeggeri di lunga percorrenza. Non solo , anche un ampliamento sul trasporto merci, oltre alla conferma dell’hub per Poste Italiane, affinché l’aeroporto possa estendersi a 360 gradi. Indubbiamente la questione è ingarbugliata e complicata da anni di inerzie, il lavoro di coordinamento è ancora molto lungo e non posso definirmi del tutto soddisfatto per quanto abbiamo ottenuto: siamo gli unici soci bresciani della Società Valerio Catullo, che gestisce l’aeroporto, e continueremo a promuovere ed incoraggiare la crescita del “Gabriele D’Annunzio”».

Non spostiamoci da Montichiari, ma cambiamo completamente argomento: ambiente. Nunzio Perrella, ex camorrista ora pentito e al servizio della giustizia, ha dichiarato in televisione a fine 2016 che Montichiari «è messa peggio della Terra dei Fuochi» a causa dei rifiuti sotterrati. Il suo parere?
«Sinceramente non mi riconosco e non riconosco Montichiari nella definizione di “Terra dei Fuochi” perché sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti delle tantissime persone che hanno lottato in questi anni per l’ambiente e per il territorio monteclarense. Ho molta fiducia nel lavoro della magistratura che ci dirà se veramente ci furono elementi malavitosi sullo smaltimento dei rifiuti a Montichiari. Io posso dire che in questi anni Brescia ha chiuso numerose discariche e ha fatto molto più di altre Province che magari si rifugiavano all’estero per l’eliminazione dei rifiuti. Ad oggi la nostra intenzione è quella di investire sull’economia circolare: un modello che pone al centro la sostenibilità del sistema, in cui non ci sono prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. Si tratta di un sistema opposto a quello definito “lineare”, che parte dalla materia e arriva al rifiuto. In questo modo andremo a pesare ancora di meno sulle discariche con i rifiuti urbani e industriali. Per tutti questi motivi ripeto che mi pare irriconoscente, fino a quando non ci saranno notizie certe dalla magistratura, definire Montichiari con l’appellativo dato dal pentito Nunzio Perrella».

Torniamo a lei. Un’altra sfaccettatura del decreto di legge Delrio prevede che nessuna delle nuove cariche amministrative svolte in seno a giunta e Consiglio provinciale, debba percepire un’indennità. Insomma un lavoro senza paga.
«Sì questo dice la Legge e quindi io mi son adeguato sin dalle prime battute. Per fortuna è previsto un rimborso spese grazie al quale riesco a pagarmi almeno la benzina dato che abito a 60 km dal Broletto (sede dell’Amministrazione provinciale bresciana n.d.r). A parte gli scherzi, quando ho accettato questo incarico l’ho fatto perché ritengo che la dimensione territoriale di Brescia meriti l’impegno dei suoi politici al di là dei compensi e delle retribuzioni. Il problema maggiore deriva dal fatto di dover conciliare il mio lavoro di libero professionista con un’attività molto impegnativa qual è quella di presidente della Provincia. Per questo devo ringraziare soprattutto la mia famiglia che mi aiuta a sostenere questo tipo di onore, ma anche di onere. Resto comunque dell’idea che la riforma Delrio, sia tanto innovativa e potenzialmente valida quanto incompiuta e se ho accettato questo incarico è stato anche per stabilizzare la Provincia e i Comuni di fronte a tutti questi cambiamenti».

Altro tema molto sentito in tutti i nostri Comuni e sulla bocca di tutti gli italiani quotidianamente è quello dell’immigrazione. Si tratta di una minaccia o di una risorsa per il nostro territorio?
«E’ senza ombra di dubbio un fenomeno conosciuto nel bresciano. Il tasso d’immigrazione ha raggiunto ormai la doppia cifra arrivando all’11% nella nostra Provincia ed è un dato significativo. Potenzialmente si tratta di una risorsa ma deve essere governata nella maniera opportuna altrimenti rischia di essere vista come una minaccia. E’ impossibile fermare l’immigrazione ma è doveroso imparare a conviverci chiedendo allo Stato di darci una mano facendo sì che possa diventare un’opportunità per noi e per quelle persone che fuggono dalla fame per sperare in un futuro migliore. Servono leggi chiare dall’alto e soprattutto non bisogna far passare il sentimento di panico nei confronti di chi non conosciamo. Ad ogni modo è un tema molto delicato che prima di essere trattato da noi dovrebbe avere il suo spazio in un contesto europeo».

Concludiamo parlando di futuro. Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine che si è posto assieme a tutta la sua Giunta? E cosa verrà fatto concretamente?
«La cosa a cui più ho lavorato in questi due anni e mezzo e a cui tuttora tengo molto è l’assimilazione da parte dei sindaci dei Comuni della nuova riforma. Occorre trovare un equilibrio e soprattutto ci serve qualche risorsa in più, che sia umana o monetaria. Per quanto riguarda i progetti a lungo termine c’è invece questa volontà di presentare alle Province della Lombardia Orientale, che comprende Cremona, Mantova e Bergamo, programmazioni e infrastrutture per cercare di governare attraverso un processo di sostenibilità e sviluppo. Puntare dunque sui beni primari della nostra terra e garantire uno standard di vita ambientale migliore. Mi riferisco principalmente alla qualità dell’aria e dell’acqua con il completamento del sistema di depurazione, senza dimenticare la viabilità pubblica: l’inizio dei lavori per l’autostrada della Valle Trompia, come ci è stato promesso da Roma, è previsto per questi mesi estivi; si tratta di un lotto funzionale con riflessi di assoluta priorità per la mobilità su gomma del comparto produttivo bresciano che incide sull'economia del distretto industriale di Lumezzane e della Valle Trompia. Per questo avevamo chiesto che l’opera rientrasse tra le priorità dell’agenda del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Governo. E a proposito di trasporti: l’obiettivo resta quello della realizzazione della Tav, treno ad alta velocità, che deve consentire alla Provincia di Brescia di avere collegamenti migliori sia per il trasporto dei pendolari, sia per le tratte di lunga percorrenza. E se non con la Tav, non ci sono margini di dubbio che debba essere comunque rafforzato il collegamento rapido tra Brescia e l’aeroporto “Gabriele D’annunzio”».


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