Indagini nel dark web, cinque misure cautelari

Una banda vendeva documenti falsi e molto altro che fruttavano migliaia di euro al mese.

Indagini nel dark web, cinque misure cautelari
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Il Nucleo speciale frodi tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, coordinato dalla Procura della Repubblica di Brescia, ha eseguito a Napoli tre misure cautelari e cinque perquisizioni per una serie di reati connessi alla vendita di prodotti nel dark web.

I reati

I reati dei quali sono accusati le cinque persone che avevano la loro base in una zona densamente abitata di Napoli sono falsificazione di banconote e di metalli preziosi, utilizzo di carte di credito e sim telefoniche clonate, vendita di documenti falsi, accesso abusivo a sistema informatico e riciclaggio.

L'indagine nel dark web

L'indagine ha preso avvio da una serie di controlli nel dark web, quell'area di internet a cui è possibile accedere solo utilizzando particolari broswer che non sono indicizzati nei normali motori motori di ricerca come google, e nei quali non ci si può imbattere per caso.

Il dark web consente una navigazione in anonimato e spesso può essere il luogo virtuale dove si compiono reati.

E' dunque proprio dal dark web che l'indagine è iniziata parte dall'analisi dell'offerta di vendita di documenti falsi.

Dal web al mondo reale

Gli elementi raccolti nel dark web sono risultati associati ad altre informazioni rintracciate nel mondo del Clear Web, ossia all’interno di applicazioni e siti internet tracciabili. Grazie al lungo lavoro investigativo sono state avviate indagini tecniche sul territorio che hanno permesso di accertare come il soggetto principale svolgesse la propria attività illegale, unitamente ad altri due soggetti, nella città di Napoli.

Le attività di indagine sono così proseguite fra i vicoli di Napoli, senza dimenticare l'attenzione al web.

La banda vendeva illegalmente documenti, sim e altro materiale per un valore di migliaia di euro al mese.

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