Gli allievi della scuola di polizia per il Progetto Speranza

Gli allievi poliziotti in campo per i cittadini in difficoltà.

Gli allievi della scuola di polizia per il Progetto Speranza
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Gli allievi della scuola di polizia di Peschiera del Garda si mettono al servizio del territorio e della cosiddetta «Fascia fragile» con il progetto Speranza.

Angeli dell'assistenza

Il primo mattoncino di un grande progetto è stato inaugurato oggi alle 11.45 in Comune a Peschiera del Garda. A Peschiera del Garda è nato il progetto Speranza: un’iniziativa sociale pensata dalla presidente dell’associazione Angeli dell’assistenza e coordinatrice del servizio Sad (Servizio Assistenza Domiciliare) Giovanna Currò e realizzato in sinergia con l'assessore Daniela Florio, il direttore della scuola di polizia Gianpaolo Trevisi e gli allievi che hanno già iniziato a tendere la mano agli anziani del paese. Nel gruppo c’è anche un allievo infermiere specializzato che aiuta il gruppo fornendo la sua competenza.

"Evento storico"

«Questo è un evento storico – ha affermato il primo cittadino Maria Orietta Gaiulli -, per fortuna che abbiamo una persona come Giovanna». In questa missione i 22 allievi  volontari si impegneranno in  campo sociale, offrendo supporto al Comune e al territorio per portare aiuto alle famiglie, ai malati che vivono situazioni di bisogno affiancando i servizi già esistenti. Una solidarietà fatta di rinunce da parte degli allievi che mettono a disposizioni permessi, ferie e parte del tempo libero per esserci sul terriotorio a tendere la mano a chi è da solo e in difficoltà. «I nuovi bisogni da colmare sono l’abbandono e la solitudine – ha spiegato Currò -. Nessuno vuole stare con gli anziani, ma io porterò sempre avanti il mio progetto, anche da sola, ma non li abbandono».

"Parte del nostro lavoro"

Ieri alcuni volontari insieme a Trevisi e Currò, sono stati in clinica Pederzoli ad allietare una malata di Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica) che si è sottoposta a un’operazione delicata che rischiava di farla risvegliare afona ma che, fortunatamente è andata a buon fine. «Ce ne fossero di ragazzi così – ha concluso Trevisi guardando soddisfatto i suoi allievi -. Noi ci dobbiamo essere, quresto è parte del nostro lavoro».

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