Consorzio contro Regione per il deflusso dell'Oglio

Su mandato dell'assemblea delle utenze, il Consorzio dell'Oglio e le utenze stesse si sono costituite parte in giudizio innanzi al Tribunale superiore delle acque contro la delibera regionale.

Consorzio contro Regione per il deflusso dell'Oglio
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Consorzio contro Regione per il deflusso dell'Oglio. La delibera del Pirellone che decreta il l'aumento del Dvm è finita al Tribunale superiore delle acque nel ricorso dell'ente di gestione del fiume.

Consorzio contro Regione per il deflusso dell'Oglio

Regione Lombardia ha stabilito che il deflusso vitale minimo (Dvm) sublacuale dell’Oglio deve aumentare (è già aumentato). L’acqua nel letto del fiume che parte dalla traversa di Sarnico-Paratico è pressoché raddoppiata. Ma il Consorzio dell’Oglio non ci sta e, contro la delibera regionale, ha fatto ricorso al Tribunale superiore delle acque.

Angelo Bergomi: "Regione non ha preso in considerazione il fattore meteo"

"Con una delibera di Giunta regionale il Dvm dell’Oglio nel tratto sublacuale è stato raddoppiato (dal 5% al 10%, per non parlare dei fattori correttivi, con cui si potrebbe arrivare al 20%)". Così ha spiegato il presidente del Consorzio, Angelo Bergomi.

"In pratica Regione ha stabilito che debba restare più acqua nel fiume, indipendentemente dal meteo, dalla siccità, dalle esigenze delle utenze, eccetera".

Ma perché questo provvedimento?

"Una direttiva europea prevede il raggiungimento di determinati obiettivi di qualità ecologica delle acque superficiali", ha continuato Bergomi.

In base ai criteri della direttiva la qualità dell’acqua dell’Oglio è a un livello “sufficiente” e deve essere portato a “buono” entro il 2021.

"Gli esami e i monitoraggi hanno dimostrato che, cambiando la portata, non migliora la qualità effettiva delle acque - ha proseguito - Ma, detto questo, il danno alle utenze agricole (88mila ettari irrigati dal fiume, ndr) c’è stato eccome".

L'ultima parola al giudice

Su mandato dell'assemblea delle utenze, il Consorzio dell'Oglio e le utenze stesse si sono costituite parte in giudizio innanzi al Tribunale superiore delle acque contro la delibera regionale.

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