Carpenedolo, un'amicizia che va oltre la morte

Carpenedolo, un'amicizia che va oltre la morte
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È un’amicizia nata di corsa quella tra Mario Lodetti e Mohamed Amamra, che purtroppo si è interrotta quando la salita si è fatta sempre più ripida. Già, un bel legame che si è spezzato quando il signor Lodetti è morto il 5 maggio, sulla sua poltrona di casa. Un infarto l’ha portato via all’età di 76 anni. Originario di Acquafredda, viveva a Carpenedolo. Lo stesso paese in cui abita Mohamed Amamra, che ha saputo della morte del suo caro amico per caso. «Il 15 maggio, quando ho gareggiato all’hinterland di Gardesano, mentre stavo correndo mi si è affiancato un conoscente e mi ha chiesto se era morto Mario. In quel momento non sapevo che dire, così quando si è conclusa la gara, intorno alle 11 di mattina, ho chiamato Mario e mi ha risposto sua figlia Gianna che ha confermato il decesso del padre». Per Mohamed è stata una doccia fredda, non quelle piacevoli dopo la fatica di una corsa. Il dolore è tanto, perché l’italo-algerino che vive in Italia dal 1991 aveva visto il signor Lodetti qualche giorno prima: «Il martedì e il venerdì, di solito, veniva con me in bici e la domenica andavamo a vedere le gare podistiche a Brescia». Mario e Mohamed avevano in comune la passione per lo sport.

Il primo milanista e il secondo juventino e nei pomeriggi che si incontravano parlavano del più e del meno. È stata un’amicizia recente, ma profonda. I due si sono conosciuti nel novembre 2015, quando Mohamed, da buon podista, mentre correva da Carpenedolo ad Acquafredda ha accusato uno strappo. «In quel momento non potevo muovermi, ho provato a chiamare due miei amici, ma non sono potuti venire. Così, per fortuna, si è fermato un uomo con la sua macchina che mi ha dato un passaggio. Era Mario, che da buon sportivo ha capito la situazione. Siamo subito diventati amici e durante il pomeriggio mi è venuto a trovare a casa». Ed è stato da questo momento che l’amicizia si è fatta sempre più sincera. C’era sintonia, spesso si incontravano e facevano sport insieme. Ma adesso tutto è finito eMohamed Amamra, che sulle spalle ha una storia importante, quella vissuta in Algeria, ha perso il più grande amico che aveva incontrato in Italia. Il signor Amamra ha voluto rivolgere un pensiero a Mario Lodetti, un ultimo saluto al suo amico che «fa parte di quelle rare e preziose persone che esistono solo per fare del bene agli altri. Lo fanno senza mai aspettarsi nulla in cambio. Lo fanno perché stanno bene quando fanno del bene. Sono gentili, sensibili, generosi. Sono una medicina per l’anima. Sembrano persone normali, ma forse sono angeli», ha detto Mohamed Amamra con un sorriso sul viso che nasconde il suo dolore per la perdita del caro amico.

Valerio Morabito 


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