Assolto Aveva preso a martellate il commercialista

Niente prigione, ma il ricovero in un Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Assolto Aveva preso a martellate il commercialista
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Assolto Aveva preso a martellate il commercialista che si era recato da lui a maggio per le pratiche dell'eredità del convivente. Per il giudice "non era in sé".

Assolto Aveva preso a martellate il commercialista

A maggio aveva cercato di ammazzare il commercialista 71enne di Iseo che lo aveva raggiunto nell’abitazione di Inzino, frazione di Gardone Valtrompia, per sbrigare le pratiche dell’eredità del convivente.

Alfredo Ninfa è finito a processo con l’accusa di tentato omicidio. Ma l’inzinese non si farà nemmeno un giorno in cella. Il giudice l’ha assolto perché "incapace di intendere e di volere".
Secondo il togato Ninfa "non era in sé" mentre prendeva a martellate Gianpaolo Pezzotti.

Cosa era successo

I fatti esaminati dal Tribunale di Brescia risalgono al 20 maggio. Il commercialista iseano si era recato a Inzino per incontrare Ninfa e svolgere le pratiche per l’eredità lasciata dal coinquilino 70enne Michele Mondinelli.

Ma dopo aver letto i documenti e il testamento, e scoperto che Mondinelli aveva destinato una parte della sua eredità anche all’iseano, Ninfa era andato in escandescenze. Preso da un raptus di follia, aveva aggredito il commercialista e aveva cominciato a prenderlo a martellate colpendo alla testa e agli arti.

L’iseano, ferito gravemente, aveva raccolto le ultime forze rimaste ed era riuscito ad allontanarsi dall’aggressore che, preso un trapano elettrico, aveva cercato di farla finita.
Alcuni passanti avevano soccorso Pezzotti e nell’immediato erano stati chiamati i soccorritori e i carabinieri di Gardone.200 punti di sutura

Duecento punti di sutura e poi... l'assoluzione

Entrambi gli uomini erano stati portati in ospedale d’urgenza, Pezzotti in Poliambulanza e Ninfa al Civile.
Per richiudere le ferite inferte con il martello all’iseano i medici avevano impiegato più di duecento punti di sutura.
Dalle ricostruzioni era subito balzata agli occhi degli inquirenti, come causa scatenante del raptus omicida, l’eredità.
Lo sventurato commercialista se l’era cavata con due mesi di prognosi.
Nonostante i duecento punti di sutura e le accuse per tentato omicidio, Ninfa è stato assolto perché considerato, in quel momento, totalmente "incapace di intendere e di volere". Niente prigione, ma il ricovero in un Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

 

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