Maxi operazione a Brescia, armi in una pizzeria

I risultati sono merito della Polizia di Stato di Brescia della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia.

Maxi operazione a Brescia, armi in una pizzeria
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La Polizia di Stato di Brescia, a seguito di indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Brescia, coordinata dal dottor Paolo Savio, nei giorni scorsi ha notificato un avviso di conclusione di indagine preliminari a carico di 20 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, incendio, traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione, riciclaggio, corruzione e accesso abusivo a sistemi informatici.

Indagato un poliziotto

C’è anche un ispettore di Polizia operativo negli uffici della Questura tra i venti indagati della Procura nell'ambito della maxi-inchiesta.

L'uomo si sarebbe fatto prestare del denaro dai componenti del gruppo di napoletani coinvolti nelle indagini offrendo in cambio alcune informazioni.

Perquisizioni

Contestualmente, a carico di alcuni indagati sono state eseguite perquisizioni delegate che hanno portato al sequestro di monili in oro, quadri, denaro contante, assegni bancari ed altro materiale ritenuto di provenienza illecita o pertinente ai reati per cui si indaga.

Armi alla pizzeria I tre monelli

All’interno della pizzeria I tre monelli, di via don Vender a Brescia, riconducibile ad uno degli indagati, sono state inoltre rinvenuti 2 fucili a canne mozze e 2 pistole a tamburo. Per la pizzeria il Questore di Brescia ha quindi disposto la chiusura per 30 giorni ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza.

Mandanti di incendi

Le conseguenti intercettazioni telefoniche hanno permesso di evidenziare che il gruppo dei campani, pur non assurgendo a vera e propria consorteria unitaria, ma garantendosi comunque mutuo soccorso ed avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal rapporto con alcuni soggetti di origine calabrese, a loro volta contigui alla criminalità organizzata, era dedito alla sistematica commissione di reati quali la ricettazione di beni di ingente valore e lo spaccio di stupefacenti.

A riprova dei metodi mafiosi utilizzati, le indagini permettevano di individuare il mandante di due incendi avvenuti, rispettivamente ad aprile e marzo 2017 ai danni di un'auto del plateatico di un bar sito nei pressi del palazzo di giustizia- con la finalità di indurre le vittime a cedere la proprietà di alcuni locali, ovvero l’esercizio commerciale.

Importazione di droga

Nel corso dell’indagine veniva inoltre individuato un importante canale di importazione di cocaina dall’Olanda, che consentiva, il 21 gennaio 2016, il sequestro di oltre 7 kg di stupefacente e la somma di 153mila euro a carico di un
indagato, che dovrà ora rispondere della detenzione e trasporto di ulteriori, significativi quantitativi di stupefacente antecedenti al suo arresto in flagranza.

 

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