Ricette tradizionali, la "Patuna" di nonna Giulia

Ricette tradizionali, la "Patuna" di nonna Giulia
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La tradizione

Nella Bassa le castagne non sono un frutto locale ma in passato erano comunque molto utilizzate perché considerate una sorta di «pane dei poveri».  Molti monteclarensi si recavano all’inizio dell’autunno in montagna, dove si potevano raccogliere liberamente e le consumavano non solo lessate ma anche ridotte in farina. Ne derivava una polenta chiamata «Patüna» che era considerata non un dolce ma vero e proprio piatto unico.

Origini della parola

La parola «Pattona» deriva dal latino «pactus» che significa compatto come appunto appare questo originale piatto di castagne.

Ricetta della nonna

La ricetta fornitaci della nostra lettrice Assunta Maria Desenzani è preziosa in quanto le è stata tramandata da sua nonna Giulia che era solita cucinarla quando era bambina.Una ricetta che lei ancora oggi conserva in un ricettario che è un prezioso cimelio familiare. Assunta ha ricostruito in lunghi anni la ricetta di sua nonna Giulia, che si discosta un poco da quelle tradizionali perché vi è l’aggiunta del pane ammollato nel latte che non sempre le famiglie contadine avevano a disposizione. La presenza del pane rende il gusto di questo piatto molto più delicato e apprezzabile anche da coloro che non amano la farina di castagne.

La preparazione

Ve ne diamo la ricetta: 3 panini raffermi, 1 litro di latte, un pizzico di sale, 100 grammi di zucchero, 200 grammi di farine di castagne, 1 cucchiaino di bicarbonato. Lasciare ammorbidire il pane spezzettato nel latte per circa un’ora, ridurre in poltiglia e aggiungere gradualmente lo zucchero, il sale, la farina di castagne e il bicarbonato. Cuocere in forno a 180° per 45 minuti circa. La farina di castagne in pianura sostituiva spesso i cereali, era molto calorica e costituiva una fonte di energia a costo zero. Il suo sapore si perde nella notte dei tempi, quei tempi in cui anche la povertà diventava creatività.

Buon appetito

 

 

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