Ragazzi tentano furto a scuola, la preside si scusa

La lettera della preside ai responsabili, forse ex studenti: "Vi chiedo scusa per non esser stata capace di farvi arrivare oltre alla severità".

Ragazzi tentano furto a scuola, la preside si scusa
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Sono entrati dal seminterrato, il volto coperto da un passamontagna. Poi hanno raggiunto il piano superiore e scassinato il distributore di bevande, arraffando pochi soldi e un pc.  E’ composta da ragazzini, probabilmente, la banda che nella notte tra Natale e Santo Stefano ha cercato di fare un furto in una scuola di Treviglio. Provocando l'incredibile reazione della preside.

Tentato furto alla scuola Grossi di Treviglio

Il gruppo  di cinque o sei giovani, forse giovanissimi, è entrata in azione stanotte, in un raffazzonato ma comunque preoccupante tentativo di derubare le scuole medie “Tommaso Grossi” di Treviglio.  I ragazzi hanno agito col favore del buio, con il volto coperto. Per entrare nella struttura hanno scardinato una finestra del seminterrato dell’Indirizzo musicale, e poi hanno raggiunto il piano superiore. Hanno cercato in giro  e non trovando, come ovvio, denaro, hanno scassinato il distributore automatico di bevande, portandosi via i pochi contanti contenuti nella cassa. Poi hanno trovato un pc, e hanno preso anche quello.

L’allarme e la fuga

E’ stato tutt’altro che un colpo perfetto: allo scattare dell’allarme,  e all’arrivo delle sirene della Polizia, hanno abbandonato tutto sul posto, cercando la fuga.  Causando più danni per l’effrazione che altro, dal momento che la refurtiva è stata recuperata. Ma lo scoraggiante episodio, in un luogo di educazione e di trasmissione di valori, ha spinto la dirigente scolastica Nicoletta Sudati a scrivere una lettera rivolgendosi proprio agli ignoti ladri improvvisati.

La preside: “Vi chiedo scusa”

“Che cosa spinge un gruppo di ragazzi col passamontagna, la notte tra Natale e Santo Stefano, a scardinare la finestra di una scuola, scassinare il distributore delle bevande, cercare di portar via pochi soldi e un pc, e poi al suono dell’allarme e all’arrivo della polizia abbandonare tutto? Noia, risentimento, bisogno?” scrive la preside, ipotizzando che i responsabili siano “ex studenti, arrabbiati con la scuola e con la vita”.

“Se è così, vi chiedo scusa per non esser stata capace di farvi arrivare oltre alla severità, alla comprensione che la scuola ha cercato di dare. Se non si è stati in grado di farvi sentire quel “teniamo a voi” accanto alla disapprovazione per gli sbagli, le scorrettezze da ragazzi, le villanie… Possiamo rimproverare noi stessi per non avervi insegnato abbastanza la strada del bene per voi stessi e per gli altri, per non aver coltivato abbastanza passione e forza in voi, per non avervi fatto vedere quanto il vincolo di trasmettere e costruire conoscenza fosse anche una promessa fatta a ciascuno, una scommessa con la vita per cercare il meglio in voi e per renderlo visibile a tutti. Forse abbiamo sbagliato qualcosa”.

Sull’accaduto indaga il Commissariato di Treviglio.

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