Liberato il tubo sublacuale a Gardone Riviera

Fondamentale il lavoro di squadra con il Nucleo Sommozzatori Volontari del Garda

Liberato il tubo sublacuale a Gardone Riviera
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Liberato il tubo sublacuale a Gardone Riviera sul quale era appoggiata la chiatta di 40 tonnellate affondata nei giorni scorsi.

La vicenda

«Grazie ad un intenso lavoro di squadra la minaccia di una rottura della tubazione sublacuale di Gardauno a Gardone Riviera si può dire ragionevolmente superata - scrive il Nucleo Sommozzatori dei Volontari del Garda -. Non è stato facile dare il nostro contributo. La paura di molti di prendersi la propria parte di responsabilità per evitare un vero e proprio disastro ambientale ci ha condizionato parecchio. Quello che ci ha fatto andare a fondo della questione è stato il pensiero che fosse più giusto sporcarsi le mani per dare un aiuto piuttosto che rimanerne comodamente fuori e lasciare che qualcun altro ci pensasse.
Grazie ad alcune intuizioni di Sergio (l'ingegnere incaricato dalla ditta che aveva perso la bettolina) e del nostro Mauro, poi messe in atto dal bravissimo sub Stefano dell'Athos Diving, si è riusciti a capire che il mortale pericolo di rottura della tubazione derivante dai calcoli fortunatamente sbagliatissimi poteva essere del tutto inesistente.
E' bastato saper vedere nei rilievi e filmati subacquei quello che era giusto vedere per giungere alla soluzione.
Infatti liberato il tubo da alcuni vincoli di pochissimo conto posti a qualche decina di metri dalla bettolina il tubo è semplicemente caduto ai piedi della stessa, spostandosi a valle di qualche metro. Il che ha confermato quello che il ragionamento ci aveva fatto dedurre, ovvero che il tubo non era in tensione ma solo “appoggiato” e che poteva essere liberato con qualche minuto di immersione. Certe volte l'esperienza ed una dose di testardaggine possono aver ragione di dottissimi e complicati calcoli e formule matematiche con nomi altisonanti. Il Garda ringrazia».

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