L'appello di Legambiente: "Via l'amianto dal lago d'Iseo"

Legambiente ha proposto di avvire un più incisivo piano antiamianto volto alla tutela dei cittadini e del territorio e al recupero di volumi residenziali.

L'appello di Legambiente: "Via l'amianto dal lago d'Iseo"
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L'appello di Legambiente: "via l'amianto dal lago d'Iseo". La paura del circolo Basso Sebino è che il bando di Regione resti inapplicato.

L'appello di Legambiente: "via l'amianto dal lago d'Iseo"

Dall’8 luglio è aperto il bando di Regione Lombardia che prevede l’assegnazione di contributi ai cittadini per la rimozione di coperture di amianto dai tetti ed è stata stanziata la somma di un milione di euro. Il contributo è a fondo perduto fino al 50% della spesa ammessa, che non potrà superare i 15.000 euro per intervento.

"Il bando, aperto fino al 9 settembre, rischia di rimanere ancora una volta inapplicato nonostante le norme semplificate di accesso al contributo - ha sottolineato Dario Balotta, presidente del circolo Legambiente Basso Sebino - Regione e Comuni dovrebbero chiedersi come mai nonostante i tanti bandi e tentativi di ridurre la presenza del pericoloso asbesto dai tetti, in molti paesi e località questi vadano sempre a vuoto". Gli eventi atmosferici dei giorni scorsi hanno sollevato e spostato le coperture in amianto, talvolta sbricolandole e rendendone ancor più pericolosa la presenza.

Il piano antiamianto

"Anche sul nostro territorio lacuale sono presenti numerosi opifici dismessi, retifici, case e magazzini agricoli con significative presenze di tetti di amianto (spesso molto ammalorato e quindi più nocivo) - ha continuato Balotta - Spesso questi edifici sono adiacenti a case abitate,  arenili o aree adibite al verde pubblico e per il gioco  adiacenti al lago.  Serve un nuovo meccanismo che incentivi e semplifichi il ricorso a questi contributi. Altro discorso vale per le imprese, che spesso delocalizzando l’attività altrove abbandonano gli edifici con i tetti in amianto".

Legambiente ha proposto di avvire un più incisivo piano antiamianto volto alla tutela dei cittadini e del territorio e al recupero di volumi residenziali. "I sindaci si devono far carico di questa priorità - ha concluso Balotta - I primi cittadini dovrebbero prendere in mano il monitoraggio dell’Ats di circa oltre 7 anni e relativo al censimento di manufatti in amianto, in moda da rendersi conto della diffusione dei tetti in amianto e quindi della gravità del problema. Legambiente è a disposizione per valutare, con i cittadini che fossero interessati, la stimare i potenziali costi di risanamento dei singoli Comuni, dopo aver acquisito i dati dall'Ats".

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