Giuseppe Zanardelli e il Garda: Elena Ledda chiude il ciclo

Giuseppe Zanardelli e il lago di Garda. L'ultimo appuntamento ha visto protagonista Elena Ledda presidente dell'Ateneo di Salò.

Giuseppe Zanardelli e il Garda: Elena Ledda chiude il ciclo
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Giusepppe Zanardelli e il lago di Garda: si è tenuto ieri (martedì 26 febbraio) in Sala dei Provveditori l'ultimo appuntamento. Relatrice è stata Elena Ledda (Presidente dell'Ateneo di Salò) in un intervento dal titolo «L'iconografia di Salò e del lago di Garda nel fondo fotografico Tagliaferri».

La fotografia come fonte di ispirazione

Antonio e Giovanni Tagliaferri vedevano nella fotografia una fonte di ispirazione per la realizzazione delle loro opere. Molte sono infatti le fotografie a carattere paesaggistico e architettonico che Elena Ledda ha dichiarato di aver trovato nel fondo fotografico Tagliaferri conservato nella sede della Fondazione Ugo da Como a Lonato del Garda.

Molte di esse risultano focalizzate su particolari come capitelli ed altri che, puntualmente poi si ritrovano scanditi nelle opere architettoniche e pittoriche dello stesso Tagliaferri. Molte sono inoltre le città che vengono fotografate, da Milano a Siracusa, luoghi anche molto lontani da dove vivevano.

Il lago di Garda

Con un certo stupore Elena Ledda ha rilevato come le fotografie relative al lago di Garda siano effettivamente poche. Un fatto che stupisce visto il profondo legame che univa i Tagliaferri a personalità importanti del luogo. Tra questi i conti Bettoni, i conti Martinengo, Ugo da Como e lo stesso Zanardelli. Tra le foto ritrovate spiccano Lazise, Gargnano, Sirmione, e Salò, in particolare il Duomo.

Gli interventi sul Garda ad opera dei Tagliaferri riguardarono: villa Bellini a Salò (1880); palazzo Martinengo Terzi a Barbarano di Salò (1881); Casino Sociale a Salò (1884); chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Portese (1885 - 1901); cappella Bellini - cimitero a Salò (1885 -1890); villa Bellini a Salò (1886 - 1902); villa Zanardelli a Maderno (1886 - 1902); villa Lamberti Bettoni Cazzago (Maderno) 1888; duomo di Salò (1890) e ospizio dei vecchi, palazzo Morgante a Salò (1892-1894).

Il terremoto del 1901

Il terremoto che colpì Salò fu molto intenso, tra il settimo e l'ottavo grado della scala Mercalli. Ad intervenire furono due uomini: il sindaco Marco Leonesio e Giuseppe Zanardelli allora presidente del consiglio. L'anno successivo iniziò a prendere piede la diatriba: abbattere del tutto o recuperare le costruzioni esistenti? Si decise per il recupero.

In questa opera Tagliaferri rimase fedele alla sua filosofia d'azione consistente nel non stravolgere del tutto il volto originale dei luoghi. Il confronto tra le fotografie pre e post terremoto lo conferma.

La celebrazione di un'amicizia

«Sono molto contenta ed emozionata di chiudere, con il mio intervento, il ciclo dedicato a Giuseppe Zanardelli. In questi incontri si è andata a celebrare quella che è stata prima di tutto una profonda amicizia tra Tagliaferri e Zanardelli ma anche l'amore verso Salò e il Garda che li ha accomunati. Essi incarnano l'idea di un rapporto che va oltre la politica e testimoniano come il voler bene ad una città sia il presupposto fondamentale per proiettare nel futuro ciò che fu» ha dichiarato Elena Ledda.

Quanto emerso dagli incontri sarà poi esposto in una mostra nelle salette Vantini in palazzo municipale a Salò durante le Giornate Fai del 23 e 24 marzo.

L’organizzazione è a cura del Fai, del comune di Salò (assessorato alla cultura presieduto da Pierantonio Pelizzari), della Fondazione Ugo da Como e dell’Ateneo di Salò.

 

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