Decreto sicurezza nazionale: Malinverno risponde al presidente Anci

"La invito ad avviare un confronto sul decreto sicurezza che elimini il rischio di una grave lesione dei principi che stanno alla base dell’Anci"

Decreto sicurezza nazionale: Malinverno risponde al presidente Anci
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In tema di Decreto Sicurezza Nazionale, Guido Malinverno, sindaco di Desenzano del Garda risponde con una lettera al presidente dell'Anci, dottor Antonio De Caro.

Decreto sicurezza nazionale: Malinverno risponde

"Vorrei partire con una premessa, l'Anci tutela e rappresenta gli interessi generali dei Comuni, delle Unioni dei Comuni e delle altre forme associative, delle Città metropolitane e di tutti gli enti di derivazione comunale costituendone il sistema di rappresentanza. Persegue i propri scopi ispirandosi a valori di autonomia, indipendenza e rappresentatività. In essa trovano sede e rappresentanza i principi di pari dignità e pluralismo espressione delle assemblee elettive locali.

Considerato che questa rappresentatività riconosciuta dalla Statuto rischia di indebolirsi in riferimento al dibattito che si è aperto nel Paese sulla questione dell’accoglienza e segnatamente in riferimento al decreto sicurezza di recente approvazione anche alla luce di alcune prese di posizione che recentemente hanno visto protagonisti alcuni Sindaci che hanno invitato alla disapplicazione del decreto sicurezza ritenuto “criminogeno e disumano”.

Premesso prioritariamente che i Sindaci devono sempre e comunque rispettare le leggi, pena una grave delegittimazione delle Istituzioni che rappresentano
Preso atto che Lei, probabilmente, sulla scorta di queste esternazioni ha ritenuto di proporre un tavolo di confronto per apportare “i necessari correttivi che così com’è non tutela i diritti delle persone.”
Preso atto che nella Sua dichiarazione fa riferimento alla posizione assunta all’unanimità dalla commissione immigrazione dell’Anci.

Ritenuto che, vista la delicatezza della materia, la posizione ufficiale dell’Anci dovrebbe necessariamente scaturire da un confronto che coinvolga i massimi organismi dell’associazione a partire dal direttivo e dal consiglio nazionale, pur nella convinzione personale che il Decreto Sicurezza contenga norme principi giusti e condivisibili.

Considerato che la gestione dell'immigrazione in questi ultimi anni ha aumentato il senso di insicurezza e il disagio sociale dei cittadini anche attraverso la cancellazione dei flussi programmati e l’equiparazione tout court tra rifugiati e migranti economici producendo conseguenze che era doveroso contrastare agendo alla radice di tale equiparazione. Constatato che sulle città, sulle prefetture e sulle comunità locali si sono scaricati i costi gestionali, sociali e di sicurezza derivanti dal fenomeno a seguito di scelte inappropriate .

Preso atto che lo SPRAR, nato per favorire l’integrazione di quanti (rifugiati, minori e titolare di permesso di soggiorno) avevano già ottenuto il riconoscimento del diritto di permanere in Italia ha subìto una torsione e che dal l 2015 lo stesso SPRAR - con l’estensione massiva del cd. “permesso umanitario” - é diventato uno strumento per favorire l’accoglienza dei richiedenti asilo e non già l’integrazione dei regolarizzati e che il Decreto Sicurezza del Ministro Salvini chiude definitivamente questa stagione cambiando completamente l'approccio alla gestione del problema.

Visto che il Decreto sicurezza ha l’obiettivo di accogliere solo ed esclusivamente chi ha diritto e chi rispetta le regole, così come avviene negli altri paesi europei che peraltro ci hanno completamente lasciati soli nella gestione del fenomeno, senza aprire le porte del nostro paese indiscriminatamente. Alla luce luce di queste mie convinzioni, chiedo che ANCI non dia la sensazione di aderire tout court alle tesi del “partito dell’accoglienza” e che si faccia carico anche della sensibilità di tantissimi sindaci di città piccole, medie e grandi che guardano al decreto sicurezza come a un necessario strumento normativo che ha favorito un cambio di paradigma rispetto alla questione dell’accoglienza.

Chiedo cortesemente a Lei, caro Presidente, di farsi garante affinché l’associazione su queste ed altre questioni cruciali non venga usata strumentalmente per sostenere le posizioni politiche di una parte del Paese.

Certo del Suo impegno in tal senso La invito a convocare i massimi organismi dell’associazione per avviare un confronto sul tema del decreto sicurezza che elimini alla radice il rischio di una grave lesione dei principi che stanno alla base dell’azione dell’Anci, un’associazione che sin dalla sua costituzione ha inteso perseguire gli interessi generali fissati dall'assemblea dei soci e dagli altri organismi associativi e non interessi politici di parte.

Fiducioso che il mio invito venga da Lei raccolto nell’interesse superiore della casa comune dei municipi italiani Le porgo distinti saluti".

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