Caro Maestro. D'Annunzio e i Musicisti in Sala dei Provveditori

D'Annunzio e la musica. un rapporto intenso che ha accompagnato il Vate nel corso della sua esistenza, sino all'estremo saluto

Caro Maestro. D'Annunzio e i Musicisti in Sala dei Provveditori
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Presentato ieri sera in Sala dei Provveditori del Municipio di Salò, il volume di Adriano Bassi «Caro Maestro. D’Annunzio e i Musicisti».

Iniziativa promossa dall'Ateneo di Salò

L’ iniziativa è promossa dall’Ateneo di Salò, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Città e della fondazione «Il Vittoriale degli Italiani» per ricordare Gabriele d’Annunzio, che fu socio onorario dell’Accademia salodiana, nell’80° anniversario dalla sua morte.

A condurre la serata Elena Ledda, Presidente dell'Ateneo di Salò.

Tra le epistole, le sfumature di un Vate inedito nel rapporto con i musicisti e la musica

Non c'è nulla di più emblematico dell'analisi della comunicazione epistolare per comprendere il rapporto di d'Annunzio con la musica e con i musicisti, rapporto molto intenso tanto da poterlo definire «Potea Musicalissimo».

Come ha sottolineato l'autore la musica è emozione e il Vate, nel corso della sua esistenza ha saputo tanto emozionarsi, aspetto che si rivela nelle sue opere: nell'uso della lingua italiana è possibile notare una intrinseca musicalità che ha sempre reso piacevole e non difficile per i musicisti scrivere per lui.

La musica compagna fedele di vita fino all'estremo saluto

La musica ha caratterizzato la vita del Vate profondamente: tra il 1901 e il 1903 scrive a Marco Enrico Bossi e, a partire dal 1906 intrattiene rapporti con i compositori che musicheranno le sue opere.

Per lui la musica è «Linguaggio rituale indispensabile per sublimare la vita».

In Sala Gasparo o Sala della Musica al Vittoriale si esibiva il «Quartetto del Vittoriale» o anche detto «Quartetto Veneziano»: proprio il Vate lasciò scritto che, nel corso della sua messa funebre, avrebbe voluto fossero eseguite da loro musiche d'organo.

La serata si è conclusa con l'esibizione al pianoforte di Adriano Bassi che ha allietato il pubblico con un brano dal sapore dannunziano, composto appositamente per la serata.

 

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