ADHD nei bambini e negli adulti, l’importante è riconoscerla

La sindrome da deficit di attenzione e iperattività esiste nei più piccoli ma anche in età avanzata: va riconosciuta da chi è in grado di occuparsene

ADHD nei bambini e negli adulti, l’importante è riconoscerla
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Il disturbo ADHD nei bambini e negli adulti esiste, purtroppo non è un’invenzione. Si tratta del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). È diffuso in età infantile ma allo stesso tempo si mantiene negli adulti. In questi ultimi spesso è sintomatico ma in modalità piuttosto atipiche e mascherato. Proprio per questi motivi, soprattutto per gli adulti, è un disturbo che va riconosciuto al più presto. E tale diagnosi deve essere effettuata da chi se ne occupa quotidianamente. Come per esempio il dottor Carlo Ignazio Cattaneo, psichiatra e dottore di ricerca in Neuropsicofarmacologia clinica (PhD).

ADHD nei bambini e negli adulti

«Da una decina di anni mi occupo dell’ADHD dell’adulto, si tratta di una patologia che in realtà in Italia è stata piuttosto dimenticata per quanto riguarda l’età adulta, a differenza di quanto avviene nel resto del mondo - ha spiegato il dottor Cattaneo - il disturbo nasce infatti in età infantile ma persiste e si modifica in età adulta». Il problema del mancato riconoscimento è reale: «Spesso nei bambini non viene diagnosticato e le manifestazioni nell’adulto sono particolari e spesso non riconosciute. E quindi trattate con percorsi di cura aspecifici per questo disturbo».

La questione del riconoscimento

Come accorgersi dell’ADHD nei bambini e negli adulti? In età infantile il bambino è spesso iperattivo ed impulsivo ed i genitori stessi faticano nel crescerlo; l’iperattività può diventare disturbante tra pari ed i bambini allontanati perciò dal gruppo. Le bambine sono invece più comunemente disattente o “sulle nuvole”.
E’ intuitivo che non è l’iperattività motoria il motivo principale per cui l’adulto ADHD giunge all’attenzione dei medici. I soggetti ADHD chiedono aiuto per dipendenze da sostanze, alcool o per dipendenze comportamentali (es. gioco d’azzardo); oppure per sindromi psichiatriche di spettro ansioso o panico. O ancora per disturbi dell’umore oppure più vaghi come la sindrome da fatica cronica. E sotto è possibile scovare il problema ADHD. Va da sé che è fondamentale rivolgersi a chi ha un «occhio molto allenato»: il rischio di confondere il disturbo da deficit di attenzione e iperattività con altre problematiche è molto alto.

ADHD e Deep-rTMS

Di conseguenza ritorniamo dal dottor Cattaneo, perfetto esempio di «occhio ben allenato» a riconoscere e a trattare l’ADHD. Lo specialista collabora a Brescia con il Mood Center Brescia della BrainStimulation Italia. In fase di studio c’è anche il trattamento del disturbo con la stimolazione magnetica transcranica profonda (Deep-rTMS): «L’obiettivo è affiancare il trattamento farmacologico con queste terapie di stimolazione cerebrale non invasiva, attualmente siamo in fase sperimentale» ha concluso il dottor Cattaneo.

 

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