Ebrei salvati durante la persecuzione dalla famiglia clarense Festa

"Mio padre ospitò in casa degli ebrei per salvarli dalla persecuzione tedesca. Li abbiamo aiutati rischiando la vita", il clarense Felice Festa ha raccontato la sua storia.

Ebrei salvati durante la persecuzione dalla famiglia clarense Festa
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Ebrei salvati durante la persecuzione dalla famiglia clarense Festa. L'ottantunenne Felice ha ripercorso la storia di quando suo padre salvò quattro ebrei. Al clarense resta oggi in ricordo una cornice.

Ebrei salvati durante la persecuzione

"Mio padre ospitò in casa degli ebrei per salvarli dalla persecuzione tedesca. Li abbiamo aiutati rischiando la vita". Lo ha raccontato il clarense Felice Festa. Ci sono volte in cui basta una cornice, un dipinto diventato un quadro appeso al muro di casa, per raccontare una storia. Una storia che scorre veloce, indietro nel tempo, alla Seconda Guerra mondiale e alla persecuzione degli ebrei. E proprio partendo da un quadro, nella settimana in cui cade la Giornata della Memoria e il centesimo anniversario dalla fine della grande Guerra, che Felice Festa ha voluto raccontare una storia. Quella di un gesto pericoloso, ma pieno d’amore e di altruismo verso chi purtroppo era condannato a morte soltanto perché giudicato di una "razza diversa".

La storia

Senza mai staccare gli occhi da quel quadro e da quella scura cornice, il clarense ha fatto un tuffo nel passato, a quel lontano 1944 in cui aveva solo 8 anni, ma che ricorda come più vivido che mai proprio per quella paura dei rastrellamenti, a cui doveva assistere quotidianamente da parte dei soldati tedeschi, e che non ha mai dimenticato. In quegli anni la famiglia di Felice, ben 41 persone, viveva nel Palazzo Maffoni di via Gazze. Ma non erano soli. In soffitta infatti ospitavano una famiglia di ebrei. Madre, padre e due figli che però non si vedevano mai. Li aveva salvati Luigi, padre di Felice, e per farlo aveva messo in pericolo la sua stessa vita e quella della famiglia. Ma il bene aveva vinto su tutto. Quando questi poi se ne andarono, alla fine della guerra, rimasero una cornice a casa di Felice.

L'epilogo

Dopo la morte del padre Luigi, Felice volle immortalare ciò che ormai non c'era più. Decise infatti di far dipingere la figura del padre da un pennello di prim'ordine, quello di Chicco Marconi (ex allievo del noto pittore scomparso Giovanni Repossi) e racchiuderlo in quella cornice. Oggi giorno può così guardare quel quadro e ricordare la sua storia.

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