Amianto mai rimosso: indagata anche una dipendente comunale

Il fatto riguarda Castelli Calepio, la frazione di Quintano, confinante con Palazzolo.

Amianto mai rimosso: indagata anche una dipendente comunale
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Il caso era scoppiato a dicembre, grazie anche la denuncia del consigliere comunale dei Mos Alessandro Mingardi.

Amianto mai rimosso: indagata anche una dipendente comunale

Amianto mai rimosso: oltre a due imprenditori (padre e figlia) di Castelli Calepio, indagati per disastro ambientale colposo, sul registro degli indagati per omessa bonifica è stato iscritto anche il nome di Lucia Andriola, responsabile del Servizio Ambiente del Comune bergamasco confinate con Palazzolo. La città è inevitabilmente interessata da questa vicenda, visto che l’azienda in questione è situata nella frazione di Quintano, a pochi metri dal confine con la provincia di Brescia. Infatti, oltre ad alcuni residenti, il caso è finito sul tavolo della Procura, per esattezza nella mani del sostituto procuratore Antonio Bassolino, grazie alla denuncia del consigliere comunale dei Mos di Palazzolo, Alessandro Mingardi.

La vicenda

La storia risale al 2013, quando a seguito di un violento temporale, lastre di eternit dei capannoni di una nota azienda bergamasca (ora chiusa da tempo) finirono in altre proprietà limitrofe.  "Il proprietario dell’area (81enne nato a Palazzolo, ndr) versava in stato di insolvenza ed era chiaro che non potesse esser in grado di assolvere a qualsiasi onere di bonifica o di semplice messa in sicurezza - si legge nella denuncia - Ma anche dopo l’ordinanza del 9 agosto del 2013 nessuna iniziativa è stata intrapresa né dalla proprietà del complesso immobiliare né dal Comune, nonostante l’evidente situazione di pericolo per la pubblica salute costituita dall’enorme presenza di amianto". Solo un violento temporale aveva sollevato la situazione, portando l’ex sindaco del Comune di Castelli Calepio a emettere un’ordinanza. E un altro provvedimento è stato preso a settembre dall’attuale primo cittadino Giovanni Benini, questa volta a seguito di un incendio divampato in estate nell’area in questione "determinando la dispersione di fibre nella zona abitata. Ma anche in questo caso, nonostante il decorso del termine, non è stato fatto nulla". Questo era stato scritto a dicembre.

La rabbia dei cittadini

Ma nemmeno a gennaio nulla è stato fatto e questo per i cittadini, preoccupati soprattutto per la salute dei bambini, è una cosa inaccettabile. Non va dimenticato che nella denuncia è stata allegata anche la diagnosi di tumore alla pleura di una donna residente in quella zona. La vicenda si fa sempre più seria, perché ora tra gli indagati c’è anche una dipendente comunale e dunque i carabinieri del Noe, coordinati dalla Procura, stanno cercando di fare chiarezza sulle eventuali.

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