In tanti per l'ultimo saluto ad Alberta Molinari

Tutto il paese si è fermato oggi pomeriggio per il funerale della giovane mamma.

In tanti per l'ultimo saluto ad Alberta Molinari
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In tanti per l'ultimo saluto ad Alberta Molinari

In tanti oggi a Cigole per l'ultimo saluto ad Alberta Molinari. Una cerimonia composta ma molto partecipata quella che ha dato l’ultimo saluto alla giovane mamma. Uscita di strada lo scorso martedì mattina mentre andava a lavoro, è spirata dopo una settimana di agonia. A piangerla anche la comunità di Pavone del Mella, dove era nata.

Il funerale

Tutto il paese si è fermato. Serrande dei negozi abbassate, rispettoso silenzio e una folla accorsa per i funerali che la chiesa parrocchiale non è riuscita a contenere. In tanti coloro che si sono stretti nel dolore attorno al compagno Marco e al piccolo Matteo, che fra poco festeggerà il suo quinto compleanno. Con loro, straziati dal dolore per la perdita della giovane figlia, la mamma Olimpia e il papà Angelo con il fratello Mauro. Due grandi ali di persone hanno accolto l’arrivo della salma dall’obitorio degli Spedali Civili di Brescia. Fuori sul sagrato della parrocchiale tanti compaesani, amici e d amiche, i colleghi dell’Istituto Comprensivo di Pralboino, i tanti che sono rimasti sconvolti dalla sua scomparsa e hanno voluto salutarla.

L'omelia

«C’è stata un’espressione in questi giorni che è stata a volte sussurrata, a volte nascosta, a volte urlata ed è un’espressione che racconta un rapporto con la vita che nessuno di noi ha appreso a scuola o da qualche saggio in questa vita.  L’espressione che si è andata ripetendo è “Non è giusto”. In molti hanno detto questa ingiustizia con un grido o una preghiera. Perché Alberta? Perché una giovane mamma con la prospettiva di una primavera ancora da gustare con Marco e Matteo, con un’estate dal profumo di spensieratezza e di gioia, il tepore e la serenità dell’autunno da assaporare nell’attesa dell’inverno. Invece è stata privata di tutto questo. No, non è giusto ci dice l’urto del cuore, non si può morire a 32 anni nel fiore dell’età, non è giusto che un bambino non possa conoscere l’amore di una mamma e che dei genitori debbano seppellire la figlia e che un giovane amore venga spezzato. Umanamente non è giusto, è una violenza e sorgono le domande e le paure che fanno nascere perfino il sospetto che non possa esistere un Dio che si prenda veramente a cuore l’esistenza dei propri figli - ha detto durante l’omelia padre Abramo Camisani che ha officiato la Messa insieme al diacono Gianni.

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