Made in Italy, falsi a tavola a quota 100 miliardi

In Italia 3/4 della spesa riporta l'origine in etichetta, un obbligo che ancora non riguarda molti prodotti.

Made in Italy, falsi a tavola a quota 100 miliardi
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Falsi made in Italy, un tema che negli ultimi anni ha visto un susseguirsi di prodotti con marchio italiano falso.“Origine in etichetta su ogni prodotto” è la richiesta di Ettore Prandini, presidente Coldiretti Lombardia. 

Obbligo di origine

"È necessario arrivare all'obbligo di origine in etichetta per i prodotti agricoli in tutti gli alimenti, come chiede l’82% degli italiani per contrastare il fenomeno del falso Made in Italy agroalimentare che nel mondo ha raggiunto il valore di oltre 100 miliardi di euro". Il presidente commenta positivamente la mozione presentata dalla Lega al Consiglio regionale affinché, a livello nazionale, vengano individuati gli strumenti legislativi per tutelare la provenienza e la tracciabilità dei prodotti italiani. 

In Italia  3/4 della spesa riporta l'origine in etichetta, un obbligo che ancora non riguarda salumi, frutta e verdura trasformata, carne di coniglio, carne trasformata e pane, a cui si aggiungono le lacune che permangono in alcuni comparti come quello lattiero caseario, dove non vi è l’obbligo di origine per i prodotti venduti al banco né per il latte in polvere utilizzato dalle imprese che producono dolci e gelati. "Ogni consumatore ha il diritto di conoscere, in modo chiaro e definitivo, da dove arriva il cibo che si porta in tavola soprattutto alla luce dell’atteggiamento contraddittorio che l'Unione Europea sta portando avanti".

Imitazioni low cost

Secondo Coldiretti Lombardia, a far esplodere il falso Made in Italy agroalimentare è stata la “fame” di Italia all’estero con la proliferazione di imitazioni low cost. Allo stesso tempo anche le guerre commerciali scaturite dalle tensioni politiche come l’embargo russo. "A preoccupare  è anche la nuova stagione degli accordi commerciali bilaterali inaugurata con CETA, che per la prima volta nella storia dell’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi. Una strada che è stata poi il riferimento degli accordi conclusi con Giappone, Singapore e Messico e che rischia di proseguire nei negoziati in corso con i Paesi del Sud America (Mercosur) e con la Nuova Zelanda".

Il vero Made in Italy

"E’ inaccettabile – conclude il Presidente Prandini – che il settore agroalimentare sia trattato dall’Unione Europea come merce di scambio negli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale. La qualità e la tipicità del vero Made in Italy agroalimentare è riconosciuta a livello mondiale e con uno stop alla contraffazione alimentare le esportazioni di prodotti tricolori potrebbero più che triplicare”.

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