Biosicurezza e controllo della fauna selvatica contro influenza aviaria

Questi i punti fondamentali emersi dall'incontro che si è tenuto in municipio a Pontevico per fare il punto della situazione

Biosicurezza e controllo della fauna selvatica contro influenza aviaria
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Biosicurezza e controllo della fauna selvatica contro influenza aviaria

Investire e fare attenzione alle norme di biosicurezza e un controllo più mirato sull’avifauna. Questi i due punti fondamentali per evitare il possibile ripresentarsi in futuro di una nuova epidemia di influenza aviaria come quella che ha colpito  la zona della Bassa bresciana. Ne sono convinti i relatori presenti all’incontro «Quali iniziative per sostenere e difendere l’avicoltura lombarda?», promosso mercoledì sera dall’Amministrazione comunale in municipio. A fare gli onori di casa, Roberto Bozzoni, sindaco di Pontevico che ha aperto l’incontro annunciando che si sarebbe trattato di una serata interattiva a cui dopo gli interventi, avrebbero fatto seguito le domande da parte degli allevatori presenti. Molte le questioni che sono state poste che hanno evidenziato come ci sia un po’ di confusione sulla modalità di gestione della situazione.

Il punto della situazione

Il primo ad intervenire è stato Piero Frazzi, direttore servizio veterinario della Regione. «La situazione sembra che in questi ultimi giorni sembra stia migliorando,  non abbiamo più registrato nuovi focolai. L'ispezione della Commissione europea della scorsa settimana ha verificato come abbiamo gestito questa fase di emergenza. E' emersa l'importanza del rispetto delle norme di biosicurezza, sopratutto in questa fase. Ed inoltre il monitoraggio della biofauna selvatica. Adesso la criticità riguarda gli accasamenti perché poco alla volta dovremmo ripartire». Il bilancio ammonta a 2 milioni e 200 mila capi abbattuti per oltre 16 milioni di euro di costi di cui 11 per gli indennizzi. Inoltre Regione e Ats hanno cercato di fare chiarezza sulla situazione con note informative indirizzate agli allevatori e garantendo una maggiore celerità nelle operazioni di controllo e campionatura. La zona di protezione e sorveglianza dovrebbero decadere al 25 dicembre. Zone di alto rischio rimarranno in essere invece fino al 31 gennaio. Rimane per ora in vigore in divieto di sfoltimento.

Investire per evitare il ripresentarsi dell'emergenza

"L'aviaria non può più essere considerata come un'emergenza ma ormai è un problema strutturale, che va affrontata in maniera concreta e in particolare due problemi, quello della biosicurezza e la gestione dell'avifauna, che purtroppo è il vettore di questa epidemia. Per questo dobbiamo lavorare in sinergia per evitare che si ripresentano questi problemi" ha detto il consigliere regionale Fabio Rolfi. Sulla stessa linea anche Ettore Prandini, presidente Coldiretti Brescia e Lombardia. "Penso che sia importante entrare nel concreto degli impegni che c'eravamo presi: settimana prossima ci sarà il tavolo con i rappresentanti del mondo bancario per studiare gli interventi e le misure a favore degli allevatori colpiti.  Per i danni indiretti per cui siamo riusciti a far stanziare 20 milioni di euro dal Ministero per fare un primo conteggio dei danni. E' fondamentale presentare negli uffici di zona la denuncia dei danni subiti per riuscire a fare un quadro della necessità reale delle imprese del territorio".

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