L’addio a Franca Gerosa: «Ha vissuto guardando sempre in faccia la realtà»

L’addio a Franca Gerosa: «Ha vissuto guardando sempre in faccia la realtà»
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A San Giovanni i funerali di Franca Gerosa.

A San Giovanni i funerali di Franca Gerosa

Famigliari, amici e colleghi si sono riuniti questo pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di san Giovanni, per il funerale di Franca Gerosa. Il direttore del Giornale di Lecco, 60 anni, si è spenta domenica scorsa, a causa di un tumore. «Ciao, Franca. La vita si trasforma, non è per sempre, è donata», sono state le parole di monsignor Luigi Stucchi, che ha celebrato il funerale. «Torneremo a vederti, a incontrarti. Franca faceva riferimento a uno sguardo che viene dall’alto. Adesso nella sua condizione il rapporto è cambiato, non più dall’alto ma da cuore a cuore».

L’omelia di monsignor Stucchi

Monsignor Stucchi ha ricordato quanto vivo fosse il volto di Franca: «Anche se ormai il suo volto è velato al nostro sguardo, io la indicherei così: “Franca, serena e incrollabile franchezza”. Sebbene certi momenti molto difficili abbiano messo molto alla prova questa sua attitudine e disposizione. Mi domando fino a che punto e con quale misura Franca può aver vissuto questo, donandocelo nella testimonianza dello scorrere dei giorni di questa vita terrena. Penso di rispondere: fino a quanto tutto sarebbe stato compiuto, come per Gesù sulla croce».

«In campo giornalistico serve un senso di pienezza»

Monsignor Luigi Stucchi ha proseguito ricordando gli ultimi giorni di Franca: «È quel momento in cui tutto si compie, non c’è da aggiungere sofferenza o fatica, né altre decisioni. Questo lo ha fatto comprendere dopo l’unzione dei malati: “Adesso sono pronta”. Queste piccolissime espressioni del suo cuore, della sua voce e del suo sorriso potrebbero essere titoli di altrettanti articoli, di altrettanti commenti. Nel campo giornalistico, come in ogni campo della vita, ci tocca scrivere qualcosa e dire qualcosa che rimandi a un senso di pienezza che si compie, e come tale rimane. E penso che Franca lo avrebbe scritto molto bene: articoli, corsivi, commenti… Come frammenti e momenti diversi della sua vita e della sua lotta, della sua sofferenza… Sapendo che nulla al suo sguardo sfuggiva. È vissuta sempre guardando in faccia la realtà, anche la più scomoda e dolorosa, con la volontà di affrontarla fino in fondo, chiamare tutto col nome giusto senza sminuirne la gravità, senza scendere a compromessi».

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